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IL FOOD MARKETING

  • Immagine del redattore: Francesca Rocchetti
    Francesca Rocchetti
  • 7 apr
  • Tempo di lettura: 6 min

COME INFLUENZA LE ABITUDINI ALIMENTARI DEI BAMBINI


L'OMS, l'Organizzazione Mondiale della Sanità, in un recente rapporto sul marketing alimentare (che potete scaricare qui), evidenzia come la maggior parte delle campagne pubblicitarie si focalizzi su prodotti poco salutari. Le percentuali di messaggi pubblicitari che riguardano questi prodotti sono "generalmente superiori al 50%" e, in alcuni casi, superano "addirittura il 90%".


Questo implica che, in media, una pubblicità su due promuove alimenti ricchi di zuccheri, sale o grassi. In alcuni casi, l’impatto è così forte che, tra spot televisivi e social media, i giovani sono costantemente sollecitati a consumare "junk food", ovvero cibo spazzatura.


SOVRAPPESO E ABITUDINI ALIMENTARI DEI BAMBINI IN ITALIA

Siamo tutti consapevoli di come il problema dell'obesità e del sovrappeso infantile abbia assunto negli ultimi anni un'importanza sempre maggiore. Questo è dovuto sia alle dirette conseguenze sulla salute dei bambini, sia al fatto che tali condizioni costituiscono un fattore di rischio per lo sviluppo di malattie cronico-degenerative in età adulta.


In Italia, i bambini e le bambine di 8-9 anni in sovrappeso sono il 19% e con obesità il 9,8%, inclusi bambine e bambini con obesità grave che rappresentano il 2,6%

(Indagine nazionale 2023, ISS)


In particolare, le femmine in sovrappeso sono il 19,8%, mentre i maschi sono il 18,3%.


L’Italia, anche nell’ultima raccolta dati promossa dall’OMS europeo (2018/2020), è risultata tra le nazioni con i valori più elevati di eccesso ponderale nei/nelle bambine/i insieme ad altri Paesi dell’area mediterranea. E’ infatti al quarto posto dopo Cipro, Grecia e Spagna.


LA COLAZIONE

Il 10,9% dei bambini italiani (tra gli 8 e i 9 anni) non fa colazione quotidianamente.

Il 36,5% fa una colazione non adeguata, ossia sbilanciata in termini di carboidrati e proteine


LE MERENDE E GLI SNACK

Il 66,9% consuma una merenda di metà mattina abbondante e di conseguenza non adeguata.

Il 52,9% consuma snack dolci più di 3 giorni a settimana.

Il 12,1% consuma snack salati più di 3 giorni a settimana.


LEGUMI, FRUTTA E VERDURA

il 37,0% consuma legumi meno di una volta a settimana.

Il 25,9% consuma frutta e/o verdura meno di una volta al giorno.

Il 24,6% consuma quotidianamente bibite zuccherate/gassate.


Rispetto al 2008, la moda di saltare la colazione o di farla alla bell'e meglio è in piena crescita, così come il boom delle merendone di metà mattina! E non è finita qui: i piccoli sembrano aver messo sempre più la frutta e la verdura in un angolino, consumandole con meno frequenza. Ma le bevande zuccherate e gassate continuano a fare il loro bel lavoro, restando stabili nel menu quotidiano!


ATTIVITA’ FISICA Vs SEDENTARIETA’

Per quanto riguarda l’attività fisica praticata dai bambini che hanno partecipato alla ricerca di Okkio, i risultati sono incoraggianti: un terzo di loro si reca a scuola a piedi o in bicicletta, svolge sport almeno 3 volte a settimana (il 40% due volte a settimana) e sempre un bambino su 3 pratica il gioco libero (movimento) 5-7 giorni a settimana per almeno un’ora al giorno.



D’altro canto, i dati riguardanti il tempo trascorso davanti agli schermi non sono così soddisfacenti: quasi la metà dei bambini ha una televisione in camera e altrettanti trascorrono più di 2 ore al giorno davanti a cellulari/tablet/TV.

Si può certamente fare di meglio, per fortuna la presenza della televisione in camera da letto è leggermente calata rispetto al 2008.


COSA NE PENSANO I GENITORI

Le madri di bambini in sovrappeso o obesi sembrano purtroppo non avere la corretta percezione della situazione: quasi la metà considera i propri figli sotto o normopeso, ritiene adeguata l’attività fisica praticata e addirittura il 70% pensa che la quantità di cibo assunta dai pargoli non sia eccessiva.

Sicuramente c’è molto lavoro da fare.


FOOD MARKETING ED OBESITA’ INFANTILE

Il food marketing è una strategia di marketing che mira a promuovere alimentari e bevande.

È la capacità di evocare emozioni legate al cibo tramite narrazioni e immagini. Il tutto supportato da un'analisi accurata e da una strategia ben definita.

Secondo l’OMS, il marketing alimentare rimane una minaccia per la salute pubblica, perchè influenza negativamente le scelte alimentari dei bambini, che sono bombardati dalla commercializzazione di alimenti e bevande analcoliche ad alto contenuto di acidi grassi saturi, acidi grassi trans, zuccheri liberi e sale, il cui consumo è associato a sovrappeso, obesità ed effetti negativi sulla salute.


“Il Rapporto dell’OMS ha messo in luce che le tecniche di commercializzazione di cibi malsani influiscono negativamente sulle scelte alimentari,

sulle richieste di prodotti dei bambini agli adulti, ma anche sui comportamenti e le convinzioni legate al cibo.

L’incremento dell’uso del marketing digitale, in particolare, è motivo di crescente preoccupazione perché amplifica questi messaggi e il coinvolgimento dei bambini”

Annamaria Staiano, Presidente Società Italiana di Pediatria


Le Linee Guida raccomandano ai Paesi membri di attuare politiche obbligatorie per tutelare i minori dalla pubblicità di alimenti e bevande analcoliche ad alto contenuto di acidi grassi saturi, acidi grassi trans, zuccheri liberi e sale (HFSS).


Anche in Italia qualche voce si fa sentire: il Ministero della Salute ha creato un opuscolo destinato a ragazzi e ragazze delle scuole medie superiori di età compresa fra 14 e 18 anni (Scelta consapevole: Nutrizione, Dieta Mediterranea e Spreco Alimentare a Portata di Etichetta).

Il dossier affronta argo­menti come la sana alimentazione, lo spreco, l’eti­chettatura, le allergie e le intolleranze alimentari. Si tratta di un e-book scaricabile gratuitamente che dovrebbe supportare lezioni in classe su questi argomenti cercando di orientare i giovani verso uno stile alimentare corretto. L’opuscolo si affianca ad altri due e-book intitolati La nu­trizione giocando, destinati agli alunni delle scuole medie ed elementari.


SI PUO’ FARE DI PIU’

Evidentemente non basta un semplice opuscolo per risolvere la questione, considerando che i giovani sono sommersi da un'invasione di cibi spazzatura con zuccheri, sale e grassi a volontà!

Ristoranti all-you-can-eat, fast food che propinano hamburger che sembrano case, enormi bicchieri di bibite zuccherate e porzioni di patatine che sfidano la gravità! Stiamo parlando di bambini e adolescenti bombardati dalla pubblicità, sia in TV che online.

Dall'altro lato, ci sono pochi spazi pubblicitari di aziende che incoraggiano il consumo di frutta e verdura o che guidano i consumatori verso una dieta di tipo mediterraneo.



IL MARKETING “NUTRIZIONALE”

Il marketing nutrizionale è definito come un marketing che ha l’obiettivo di indurre le persone a comportamenti più responsabili nel governo del proprio peso

Gianpiero Lugli


Sono strategie che prevedono una sinergia tra Industria e GDO volta alla risoluzione del problema.

Dalla World Health Organization arrivano, ad esempio, le richieste di ridurre le quantità di grassi, zuccheri e sale presenti negli alimenti industriali, specie negli alimenti destinati ai bambini, e di fare in modo che le scelte più salutari siano alla portata di tutti.


La BEUC (European Consumer Organisation) ha invitato ad esempio le aziende alimentari e i retail a non usare più mascotte legate ai brand o personaggi noti, come quelli dei cartoni animati, quando commercializzano e promuovo cibi non sani destinati ai bambini, eliminandoli quindi sia dal packaging che dalle pubblicità.

Quanti genitori sono già stati messi alle strette dai propri figli, che vogliono a tutti i costi il pacchetto di cereali con l’immagine del loro personaggio preferito dell’ultimo cartone animato visto al cinema? la mente dei più giovani è facilmente influenzabile, e i produttori lo sanno molto bene.


IDEE 

  1. Aumentare le promozioni degli alimenti salutari.

  2. Aumentare lo spazio dedicato a frutta, verdura, prodotti integrali e a ridotto contenuto di calorie e zuccheri, disponendoli eventualmente in più aree del punto vendita.

  3. Vietare la pubblicità di certi prodotti alimentari in televisione nella fascia pomeridiana.

  4. Vietare la vendita di prodotti alimentari per bambini con giocattoli o gadget e l’utilizzo di personaggi di cartoni animati e film sulle confezioni come fanno alcune nazioni del Nord Europa.


I retailer più attivi in questo settore stanno trasformando i display nei loro punti vendita per guidare i consumatori verso scelte alimentari più salutari.


I CONSUMATORI STANNO CAMBIANDO

Negli ultimi anni, è emerso un nuovo tipo di consumatore, motivato da valori quali sostenibilità, salute e benessere. Inoltre, il consumatore odierno mostra una forte curiosità nel conoscere le tradizioni, le origini e la qualità dei prodotti

La sostenibilità, in particolare, ha assunto un'importanza cruciale nelle decisioni d'acquisto, con un crescente interesse verso le aziende che adottano pratiche ecologiche e riducono il loro impatto ambientale.

Allo stesso tempo, si sta diffondendo una maggiore consapevolezza riguardo alla salute e al benessere, spingendo le persone a fare scelte alimentari più informate, come l'acquisto di prodotti naturali, biologici e con ingredienti di alta qualità.



 
 
 

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